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Valutazione del cliente
9 Mag 2018|Francesco Castellano
Come valutare il cliente in pochi minuti per un massaggio perfetto
 
Serietà, professionalità e preparazione di un massaggiatore emergono fin dal primo appuntamento. Tutti sappiamo che una dettagliata raccolta dati sul cliente risulta fondamentale per poter sviluppare un programma di lavoro efficace e personalizzato. Pertanto, quanto più questa è esaustiva, tanto più ci sarà utile.

Non bisogna però sottovalutare anche il fatto che probabilmente un colloquio preliminare costituisce uno dei primi elementi su cui li cliente si farà un'opinione sulle nostre competenze. Per questo motivo dev'essere preparato con ancora maggiore cura. 
Molto spesso i miei clienti lamentano di essere stati in altri centri e di essersi sottoposti a trattamenti strumentali e manuali senza aver fatto una "chiacchierata” con l’operatore, riferiscono di aver semplicemente raccontato del loro disturbo e poi si sono sottoposti al trattamento.
Ti sei mai chiesto se la tecnica che adotti per un cliente può andar bene per il cliente successivo?
Ti sei mai chiesto:  “….e se poi non è questo il suo vero disturbo? Se fosse solo il sintomo di una problematica più profonda?”.
E se a causa di una mia errata valutazione, vado a stimolare un punto che può aggravare la situazione?
 
Oggi in questo articolo ho la soluzione a queste domande!
 
Quando un cliente arriva per la prima volta nel mio studio, oltre a farmi raccontare del suo disturbo,  prima di iniziare a massaggiare, cerco di capire la causa del suo disturbo, attraverso test e tecniche che ho appreso negli anni nei vari corsi frequentati e affiancando medici specialisti.
Questi test mi permettono di operare in assoluta sicurezza, perché se risultassero positivi, il più alto grado di professionalità sarebbe proprio quello di consigliare al cliente come muoversi, a chi rivolgersi. Uno dei più grandi errori è quello di pensare che il problema devo necessariamente risolverlo io.  Se per risolvere il problema non si hanno le competenze adeguate il “non fare” risulta meglio del “fare a tutti i costi”.
 
I miei corsisti durante le prime giornate di studio mi dicono spesso “Master.. ma come facciamo a sapere se si tratta di un disturbo piuttosto che un altro solo dai sintomi?”.
Io solitamente rispondo loro che dobbiamo trattare il cliente nel suo insieme, chiedere al cliente le sue abitudini, se conduce una vita sedentaria o svolge abitualmente attività fisica, che tipo di lavoro fa, la qualità del suo sonno, e via dicendo, mi informo e cerco di capire  cosa ha potuto scatenare il disturbo. Poi passo alla tecnica vera e propria che mi consente di verificare se ci sono dei disturbi più celati, come ad esempio delle ernie, stiramenti, infiammazioni, ecc. Il tutto nel rispetto di ciò che vuole risolvere il soggetto, delle sue priorità e senza limitare notevolmente le sue abitudini. Non tutti sono disposti a grandi cambiamenti.
Insomma solo dopo aver saputo quasi tutto del cliente posso iniziare un trattamento che lo aiuti ad alleviare il suo disturbo. Ovviamente in base all’entità del disturbo si potrà valutare in seguito quale protocollo utilizzare e per quanto tempo utilizzarlo.
Alla fine del percorso i miei corsisti partecipano a vari eventi sportivi in cui atleti professionisti con problematiche fisiche più o meno comuni chiedono di essere massaggiati.
Lo stupore si legge chiaramente sul loro volto quando, nonostante il poco tempo a disposizione durante questi eventi, riescono, in totale sicurezza e senza nuocere all’atleta, a verificare quale tecnica adottare per il massaggio sportivo per quel determinato disturbo e a risolvere il problema. Quando un atleta di fama mondiale ringrazia per avergli risolto un problema partecipa attivamente alla crescita personale dello studente. Questo per noi è un punto di forza ineguagliabile.
 
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